I SIGNORI DELLA NBA: Federico Buffa
Le sue interpretazioni dei dialoghi, le pause e le volute accelerazioni nei racconti, il cambio del tono di voce, sono tutte caratteristiche uniche
L'episodio odierno de "I Signori della NBA" è un po' particolare. Non si tratta di un giocatore, ne' di un arbitro o di un allenatore, oggi parliamo dell'avvocato, Federico Buffa. E' vero a basket, almeno a livello NBA, non ci ha mai giocato, ma se cogliamo il vero senso di ciò che sono "I Signori della NBA", appare logico che il telecronista/opinionista/tuttologo di Sky meriti l'ingresso ad honorem.
E' chiaro che gente come Bill Russell, Michael Jordan e tanti altri abbiano contribuito molto di più allo sviluppo del gioco, ma se si considera il compito dei grandi di far avvicinare la gente a questo meraviglioso sport, beh, allora Buffa è stato tra i numeri uno. Le sue storie, (che poi proprio sue non sono), il modo curioso e avvolgente di raccontarle, la capacità di far entrare chi lo ascolta nel contesto dell'episodio.
Quando parla l'avvocato tutti rimangono ammaliati, e si immedesimano nella storia. Nato a Milano nel 1959, Buffa ha la fortuna, come da lui stesso dichiarato, di poter studiare Sociologia alla Summer Session dell'UCLA, "il miglior regalo possibile" da parte del padre. In USA entra in contatto con un nuovo modo di pensare, lo fa suo, ed inizia a conoscere gran parte dei protagonisti dei suoi futuri racconti.
Successivamente entra in contatto con Aldo Giordani, suo mentore, scrivendo per la rivista Superbasket, e conosce Flavio Tranquillo, che sarà con lui per gran parte della carriera. Inizialmente The Voice è suo allenatore in una squadra milanese, poi i due condividono il microfono, e commentano le partite dell'Olimpia Milano.
Buffa e Tranquillo però hanno i compiti invertiti rispetto alla formula vincente degli anni a seguire: Buffa è prima voce, mentre Tranquillo si dedica al commento tecnico. Nel 1987 si laurea in Giurisprudenza all'Università degli Studi di Pavia col voto di 110 e lode, guadagnandosi finalmente il soprannome di avvocato. Lavora per la TV Capodistria insieme a Tranquillo, ma è con l'avvento di Tele+ che arriva la vera svolta.
Infatti vengono scelti loro due per commentare il campionato NBA e di lì in poi una crescita continua. La sua abilità come "storyteller" gli ha permesso di dar vita ad uno spettacolare format, "La NBA dei vostri padri", oltre che a "Buffa racconta" e "La Barracuda". Gli piace molto anche il calcio: da tifoso milanista doc, per un periodo collabora anche per Milan Channel, protagonista de "La partita tattica", una rubrica in cui viene analizzata la gara in maniera dettagliata. Chi meglio di lui può farlo? Praticamente nessuno.
Prima della stagione 2013/2014, Sky, col suo consenso, lo dirotta sul football in vista del Mondiale, e gli assegna "Storie Mondiali", 10 meravigliosi episodi in cui l'avvocato narra svariati Mondiali, dandogli quella chiave di lettura sportiva ma anche e soprattutto sociale, come solo lui sa fare. Le sue interpretazioni dei dialoghi, le pause e le volute accelerazioni nei racconti, il cambio del tono di voce, sono tutte caratteristiche uniche, che insieme alle ampie conoscenze acquisite negli anni con viaggi e sete di sapere, fanno di lui uno dei migliori giornalisti sportivi, se non il migliore. A tal punto che l'esperto critico Aldo Grasso si è così espresso su di lui:
"Buffa è un narratore straordinario, capace di fare vera cultura, cioè di stabilire collegamenti, creare connessioni, aprire digressioni; è in possesso di uno stile avvolgente ed evocativo. Si può fare anche cultura in televisione e lui ne è la dimostrazione."
Ultimamente però Federico non ha avuto moltissime occasioni "televisive" per commentare la NBA. Oltre alla "Reunion" con Flavio Tranquillo di tre Natali or sono, quella qui sopra è stata davvero emozionante e rappresenta uno dei picchi della carriera.
Parliamoci chiaro è passato tanto, forse troppo tempo dal suo "addio" alla NBA e le sue parole, le sue frasi, le sue narrazioni sul mondo della palla a spicchi ci mancano e non poco. Noi abbiamo un desiderio alquanto scontato, ossia quello di rivedere l'avvocato nel suo habitat naturale, e di ritornare finalmente a goderci appieno le sue perle...
"Il basket è nettamente lo sport più difficile di tutti, perché è il più complesso a livello mentale, [... ], non c'è un altro sport con un simile dispendio psichico. Il dover capire chi hai davanti, come una partita può cambiare in un istante. [... ] Il pendolo oscilla in modo molto più rapido rispetto a tutti gli altri sport".
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