Il Salary Cap è il tetto salariale fissato dalla NBA che ogni singolo team ha a disposizione per gli ingaggi dei propri giocatori. Basandosi sugli introiti derivanti dai diritti tv e da altre sponsorizzazioni, il salary cap varia di anno in anno ed è lo stesso per tutte e 30 le franchigie. Per la stagione 2015/16 è stato fissato a 70,000,000 di dollari, e ciò significa che per rimanerne al di sotto, la somma degli stipendi dei giocatori sotto contratto deve essere inferiore a questo limite.
Essendo un soft cap questo limite può anche essere oltrepassato, entrando nella Luxury Tax, che per quest’anno ammonta a 84,700,000 di dollari. La tassa di lusso a sua volta è scaglionata in livelli successivi proporzionale allo sforamento. Tuttavia esiste anche un limite minimo che ogni singola franchigia è obbligata a spendere in ingaggi dei giocatori, chiamato Salary Floor, fissato in questa stagione al 90% del cap cioè a 63,000,000 di dollari. Nel 2001 la NBA ha introdotto una nuova penalità, 4 milioni sopra la luxury tax, chiamata Apron, che impedisce di usufruire ad alcune eccezioni presenti nel regolamento del salary cap.
Ma diamo un occhiata alla tabella sforamento del luxury tax:
Sforamento | Tassa standard | Tassa repeater |
---|---|---|
da 0$ a $4,999,999 | $1.50 | $2.50 |
da $5,000,000 a $9,999,999 | $1.75 | $2.75 |
da $10,000,000 a $14,999,999 | $2.50 | $3.50 |
da $15,000,000 a $19,999,999 | $3.25 | $4.25 |
Sopra i $20,000,000 | $3.75 + $0.50 per $5 milioni | $4.75 + $0.50 per $5 millioni |
Come potrete notare da questa stagione sarà introdotta la tassa “repeater”, che prevede l’aggiunta di un ulteriore dollaro di tassa per ogni dollaro di sforamento, per chi, oltre alla stagione in corso, si sia trovato a pagare la tassa in tre delle precedenti quattro stagioni. Il 50% dei ricavi delle tasse sono destinati alle franchigie che la tassa non la pagano; l’altro 50% va a finire nel fondo della suddetta Revenue Sharing. Tutto il sistema del Salary Cap è studiato per cercare di livellare il più possibile le differenze economiche tra le franchigie, garantendo in linea teorica a tutti la possibilità di competere ad alti livelli.
RESTRICTED FREE AGENT
Il concetto base del Restricted Free Agent è sempre quello di garantire alle squadre la possibilità di trattenere un giocatore. Esso entra in ballo allo scadere del quarto anno, per i giocatori scelti al primo giro, e allo scadere del primo contratto in NBA, solo se triennale o più breve, per i giocatori scelti al secondo giro o non scelti “undrafted”.
Un restricted free agent può firmare un contratto con qualsiasi altra squadra, tuttavia la sua franchigia di appartenenza ha la possibilità di pareggiare l’offerta e trattenerlo. La squadra di appartenenza quindi mantiene il controllo della situazione e non può in alcun modo essere privata del suo restricted free agent. Può essere solo messa in difficoltà da offerte particolarmente elevate per il valore dello specifico giocatore o che complicherebbero enormemente la situazione salariale.
L’intero sistema del RFA si basa sulla Qualifying Offer, un’offerta prestabilita che il team applica ad un giocatore sulla base di alcuni criteri contrattuali e in mancanza della quale il giocatore diventa un free agent qualsiasi o Unrestricted Free Agent. Nel momento in cui la squadra avanza la Qualifying Offer, il giocatore può accettarla o rifiutarla.
Se l’accetta, questa diventa un ulteriore anno di contratto, al termine del quale il giocatore sarà un unrestricted free agent.
Se non la accetta, ci sono tre possibilità:
– il giocatore raggiunge l’accordo per il rinnovo con la squadra di origine, indipendentemente dalle offerte di altre franchigie
– il giocatore raggiunge l’accordo con un’altra squadra e presenta a quella di origine un Offer Sheet, cioè un’offerta formale che la squadra di origine ha tre giorni per pareggiare
– il giocatore non raggiunge alcun accordo e rimane in attesa di offerte.
OPZIONI CONTRATTUALI
I contratti possono avere una durata variabile, che dipendono dalla volontà delle varie parti chiamate in causa.
La Team Option come chiaramente suggerisce il nome, consente alla franchigia di decidere unilateralmente di allungare un contratto. La Player Option ha lo stesso effetto, ma a prendere la decisione è solo il giocatore. Nel caso in cui si è all’ultima stagione di un quinquiennale, la clausola prende il nome di Early Termination Option. Ogni contratto può in ogni caso contenere una sola di queste opzioni.
Inoltre, è possibile che alcune parti di un contratto non siano completamente garantite. Le garanzie si dividono in due categorie: di tempo e di requisiti. Nel primo caso, nel contratto è presente una data oltre la quale il contratto diventa completamente garantito, ma prima della quale in caso di taglio la squadra è tenuta a pagare al giocatore solo una percentuale fissata di comune accordo. Nel secondo caso, nel contratto sono presenti dei requisiti (solitamente minuti o partite giocate) al raggiungimento dei quali il contratto diventa garantito; se invece non vengono raggiunti la somma pattuita non sarà corrisposta.
AMNESTY PROVISION
Da qui a giugno 2017, ogni squadra può utilizzare l‘Amnesty. Questa clausola è stata ideata per permettere alle varie franchigie di ritagliarsi dello spazio salariale in alcune situazioni particolari, decidendo di rilasciare un giocatore e liberandosi interamente del suo ingaggio nei conteggi del salary. Tuttavia il team continua a pagare il giocatore tagliato fino all’ultimo centesimo.
L’Amnesty Provision è applicabile solo sui contratti stilati prima del lockout dell’autunno 2011, che ha sancito l’avvento di nuove norme più restrittive. Questo “jolly” permette alle franchigie di adattarsi alle nuove condizioni e perdonare errori commessi sotto il precedente accordo collettivo.
Squadre | Amnistiati | Amnistiabili |
---|---|---|
Atlanta Hawks | – | Al Horford |
Boston Celtics | – | Avery Bradley |
Charlotte Hornets | Tyrus Thomas | – |
Chicago Bulls | Carlos Boozer | – |
Cleveland Cavaliers | Baron Davis | – |
Dallas Mavericks | Brendan Haywood | – |
Denver Nuggets | Chirs Andersen | – |
Detroit Pistons | – | – |
Golden State Warriors | Charlie Bell | – |
Houston Rockets | Luis Scola | – |
Indiana Pacers | James Posej | – |
Los Angeles Clippers | Ryan Gomes | – |
Los Angeles Lakers | Metta World Peace | – |
Memphis Grizzlies | – | Zach Randolph e Mike Conley |
Miami Heat | Mike Miller | – |
Milwaukee Bucks | Drew Gooden | – |
Minnesota Timberwolves | Darko Milicic | – |
New Orleans Pelicans | – | – |
New York Knicks | Chauncey Billups | – |
Oklahoma City Thunder | – | Kevin Durant e Nick Collison |
Orlando Magic | Gilbert Arenas | – |
Philadelphia 76ers | Elton Brand | – |
Phoenix Suns | Josh Childress | – |
Portland Trail Blazers | Brandon Roy | – |
Sacramento Kings | – | DeMarcus Cousins |
San Antonio Spurs | – | Tony Parker e Matt Bonner |
Toronto Raptors | Linas Kleiza | – |
Utah Jazz | – | Gordon Hayword e Derrick Favors |
Washington Wizards | Andray Blatche | – |
Che succede quando un giocatore viene “amnistiato”?
Per le 48 ore successive all’amnesty, il giocatore è a disposizione delle sole squadre che si trovano sotto al salary cap. Passate le 48 ore, il giocatore diventa un free agent qualsiasi, con l’unica restrizione di non poter ritornare alla franchigia che ha utilizzato l’amnesty fino alla scadenza del contratto originario.
STRETCH PROVISION
Per i contratti stilati post lockout le squadre possono utilizzare la Stretch Provision, che è un altro tipo di agevolazione per le franchigie. Con questa opzione si ammorbidisce l’impatto dei contratti pesanti che vengono spalmati in più stagioni, esattamente sul doppio degli anni più uno. Ad esempio se un giocatore guadagna 9 milioni di dollari per un sola stagione, quella cifra verrà ridistribuita per le successive tre stagioni a 3 milioni di dollari.
TAGLIO e BUYOUT
Se un giocatore è indesiderato e una franchigia non può più utilizzare nè stretch nè amnesty, si ricorre al Taglio. Praticamente al giocatore viene riconosciuto totalmente l’ingaggio, che rimane presente a libro paga. Ma l’unica cosa che cambia è che rimane fuori rosa. L’altra soluzione è il Buyout che prevede un accordo tra squadra e giocatore per terminare consensualmente il rapporto. Come indica il termine il giocatore “paga l’uscita”, rinunciando a parte dell’ingaggio e di conseguenza la franchigia vede scendere il suo salary.