Il più giovane figlio della famiglia Ball, LaMelo, è stato tra i protagonisti più discussi (nel bene e nel male) della Adidas Summer Championship giocata a Las Vegas durante il mese di luglio. Appena quindicenne, ma con un’attenzione mediatica impressionante per un ragazzino delle High School (la pressione da “star” è stata da sempre alimentata dalle altisonanti dichiarazioni del padre LaVar Ball), l’adolescente ha messo in luce il proprio talento sotto lo sguardo attento di gran parte dell’ambiente NBA; impaziente di osservare il confronto del 27 luglio tra i due principali prospetti della nuova generazione, il sopracitato LaMelo Ball e Zion Williamson.
La partita tra i Big Ballers AAU (la squadra fondata da LaVar per esaltare le caratteristiche dei sui figli) e i South Carolina Supreme, è terminata con il punteggio finale di 92-104 in favore della squadra dell’ “Iron Lion” Williamson; autore di una grande partita da 31 punti, 9 rimbalzi e 3 palle rubate, lasciandosi ammirare per i grandi mezzi atletici a disposizione. Nonostante la sconfitta, LaMelo non ha affatto sfigurato nel confronto diretto con il proprio rivale, mettendo a referto una solida prestazione da 36 punti, 9 rimbalzi e 5 assist, con cui il più giovane della famiglia Ball ha risposto alla pioggia di critiche che lo aveva bollato come un giocatore limitato al solo scopo di segnare più punti possibili.
Certamente la caratteristica predominante di LaMelo è la fase realizzativa, lo abbiamo visto sia recentemente con la prestazione da 56 punti, messa a referto nella sconfitta subita nell’Adidas Championship contro il Team Lillard (116-95), che nel mese di febbraio, con l’impressionante partita da 92 punti, messa a referto con la propria squadra delle High School, Chino Hills (prestazione dedicata ad un compagno di squadra in difficoltà). E’ altrettanto evidente la scarsa attitudine difensiva che, spesso porta LaMelo ad estraniarsi dalla partita, mettendo così in difficoltà i propri compagni.
Questa volta la critica più dura è arrivata, a sorpresa, proprio dal padre LaVar che, con l’intento di spronare il figlio a migliorare il proprio apporto complessivo sul parquet, ha severamente sgridato LaMelo davanti i propri compagni di squadra, accusandolo di giocare solo ed esclusivamente per gonfiare il tabellino:
“Sei il peggiore difensore della squadra, lo sai il perchè? Perchè non ti muovi abbastanza. Fino a che non imparerai ad essere un giocatore equilibrato ed affidabile su entrambi i lati del parquet, noi saremo sempre una squadra debole! Non stai facendo niente di costruttivo con questo atteggiamento figliolo”.
LaMelo ha chiuso la propria apparizione nel torneo di Las Vegas con una media di 33.5 punti, 10.8 rimbalzi e 5.5 assist, ed è (statistiche alla mano) una delle migliori point guard della “classe 2019” per il futuro del basket NCAA. Le critiche, seppur giuste per le prestazioni incomplete, appaiono quindi troppo pesanti per un ragazzo di soli quindici anni che, ha dimostrato di avere un grande talento e un grande carattere, abituandosi molto presto alle “luci della ribalta”. E’ lo stesso LaVar Ball a spiegarci chi è questa giovane stella delle High School:
“Lui è l’atleta delle High School più famoso di sempre, è abituato alla pressione, ha gli occhi puntati addosso da quando è un bambino: adora questa situazione. Lui è così, è un giocatore che da spettacolo, gioca al 100% e che vinca o perda potete stare certi che vi farà vedere una grande partita! Mio figlio è “spericolato” tanto quanto me, guardate i suoi capelli fuori dal normale, lui è così. Davanti una grande sfida non si tirerà mai indietro, ci si butterà contro, è un vincente nato perchè sa osare.”
LaMelo sogna di ricalcare la stessa strada percorsa dal nuovo rookie dei Los Angeles Lakers: suo fratello maggiore Lonzo Ball. Il carattere e le qualità non mancano di certo all’ambizioso quindicenne di Chino Hills, promesso sposo di UCLA Univeristy per il College Baketball (recentemente anche LiAngelo Ball ha ricalcato le orme di Lonzo), vedremo se l’eccentrico LaVar Ball riuscirà a mandare i suoi pupilli alla corte dei Los Angeles Lakers, creando così una sorta di roster di famiglia.