Da sempre l’NBA è la casa della pallacanestro spettacolare, da Magic a Bird, da Jordan a Bryant in un modo o nell’altro hanno regalato spettacolo ed emozione a chi li vedeva.

Tutto però ha un inizio. Il Gioco infatti non è sempre stato questo negli USA: nella NBA “dei nostri padri” non si schiacciava e il tiro da 3 punti nemmeno esisteva. Nel 1979 negli States, e nel 1984 nel resto del mondo, è stata introdotto il tiro da 3 punti e da lì in poi è stato utilizzato sempre più.

Per la schiacciata, invece, la strada è stata diversa: non si tratta di regole, ma di mentalità e di cultura. In passato, la schiacciata era addirittura considerata offensiva e tutto sommato “valeva solo 2 punti”. Il primo giocatore a effettuare una schiacciata fu tale Bob Kurland, centro di 2,08 cm e giocatore di NCAA per gli Oklahoma A&M, che portò tra l’altro la sua squadra alla vittoria dei campionati nel 1945 e nel 1946. Negli anni a seguire ci sarebbero stati altri che avrebbero fatto raramente schiacciate però la vera svolta sarebbe arrivata negli anni 70 con l’arrivo in NBA di Julius “The Doctor” Erving.

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“Doctor J” nacque nel 1950 a Roosevelt, quartiere di New York. Il suo soprannome gli venne attribuito ai tempi del liceo – alla Roosevelt High School – quando disse ad un commentatore di chiamarlo “Dottore” per poterlo definire in azione. Terminata la sua carriera in NCAA decise di entrare nella ABA nata qualche anno prima giocando per i New York Nets dove rimase fino all’unione con la NBA nel 1976 proprio quando era diventato leader indiscusso di quella lega.

Se non vi è chiaro quanto fu dominante Doctor J basta sapere che solo al suo primo anno in NBA spinse i suoi 76ers alle Finals, perse però contro i Trail Blazers, e nella stessa stagione partecipò al primo dei suoi undici All-Star Game, venendo anche eletto MVP della competizione. I Sixers ormai consapevoli di avere tra le mani una Superstar potenziarono il loro roster, portando la franchigia stabilmente ai primi posti.
L’occasione per conquistare il titolo arrivò pochi anni dopo nella stagione 1979-1980 contro i Lakers. In una serie combattutissima, con tutte le partite finite punto a punto, i 76ers portarono i Lakers – agli inizi dello Showtime – a gara 5 sul 2-2: vinsero i Lakers, sì, ma al prezzo dell’infortunio della loro stella Kareem Abdul-Jabbar. Gara 6 si concluse a favore dei Sixers, che approfittarono dell’assenza della Superstar dei Lakers, trascinati però da un rookie di nome Earvin Johnson, per gli amici “Magic“. Nonostante fosse il playmaker della squadra decise di giocare da centro e grazie a una delle sue migliori prestazioni (considerate che era al suo primo anno nella Lega) diede la vittoria della partita e del titolo ai Lakers. Game, set and match. La stagione successiva fu la migliore per Doctor J, che vinse l’MVP della regular season, anche se la squadra fu eliminata in gara 7 di Eastern Conference dai Boston Celtics. La stagione seguente finì nello stesso modo di quella di due anni prima con i Lakers che batterono di nuovo i 76ers in finale e sempre in gara 6.

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I Sixers che erano alla terza finale persa in quattro anni diedero una grandissima prova di forza mentale riuscendo a non demoralizzarsi e finalmente l’anno successivo arrivò il giusto rinforzo – specialmente a rimbalzo: Moses Malone. La squadra, guidata dai due, ritornò subito alle Finals dove incontrarono di nuovo i Lakers. La forza di volontà, la rabbia per le finali perse e un enorme cuore gli fece finalmente vincere il titolo, dominando i Lakers e concludendo la serie 4-0. Moses Malone divenne MVP delle Finals e Dr J vinse il suo primo e ultimo titolo all’età di 33 anni. Dalla stagione successiva iniziò un calo a causa dell’età e insieme a lui seguì il declino della squadra, si ritirò al termine della stagione 1986-1987 e nel 1993 entra a far parte della Naismith Hall of Fame.

Erving aveva ormai lasciato un segno indelebile nella lega e nei tifosi. Un segno che avrebbe influenzato le generazioni successive di giocatori. Lo stesso MJ arrivò a dire che “se non ci fosse stato Julius Erving non ci sarebbe stato nemmeno Michael Jordan“. Divenne una bandiera per la squadra e portò molti ragazzi ad innamorarsi del Gioco grazie alle sue giocate spettacolari e se ora amiamo il basket americano per il suo spettacolo e l’adrenalina che trasmette lo dobbiamo soprattutto ad una persona: Julius “The Doctor” Erving.

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