Come già annunciato qualche tempo fa, per gli Spurs questa estate sarà fondamentale. Tanti sono i punti di domanda per Popovich e soci, a cominciare dai free agent da accaparrarsi questa estate.

La franchigia ha 9 giocatori in scadenza di contratto, 10 se decide di rilasciare Reggie Williams, quindi il roster verrà scombussolato in qualche misura. Manu Ginobili e Tim Duncan sono sempre più vicini al ritorno, e questa decisione influenzerà le mosse della dirigenza dal punto di vista salariale. Kawhi Leonard (restricted) dovrebbe firmare un quinquennale al massimo salariale. Qualche altro giocatore “di contorno” potrebbe restare in Texas, e – in aggiunta – gli Spurs punteranno su una stella e qualche nuovo nome dal mercato dei free agent.

La stella, ormai si sa, è LaMarcus Aldridge. Potrebbe rivelarsi il successore naturale di Tim Duncan, giocando – probabilmente – per una stagione accanto a lui: lungo versatile e con ottima attitudine difensiva, ha chiuso la stagione con 23.4 punti e 10.2 rimbalzi di media, giocando gran parte di essa con un infortunio al pollice. Gli Spurs, in questo modo, saranno ancora una volta tra i contender per la prossima stagione (l’ultima di Duncan e Ginobili?), garantendosi anche un’ottima base da cui ripartire per il futuro.

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Un’alternativa a Aldridge era stata intravista in Marc Gasol, ma al momento sembra più difficile portare il centrone in Texas. Gli Spurs, dunque, potranno optare per un centro low cost da affiancare a Tiago Splitter e Aron Baynes, che danno ancora poche sicurezze. I rumors suggeriscono il veterano Tyson Chandler, a patto che San Antonio riesca a fargli accettare un contratto più basso di quello che percepisce ora, per rientrare nel salary cap della franchigia.

Un’altra priorità riguarda lo spot di ala piccola dalla panchina: il sostituto di Leonard, insomma. Marco Belinelli poteva essere un’alternativa, ma gli Spurs potrebbero puntare su qualcuno più atletico e difensivo dell’Italiano. In base ai salari e alle caratteristiche, i nomi più interessanti risulterebbero i seguenti:

Mike Dunleavy: quasi 35enne, potrebbe accettare il ruolo di riserva agli Spurs, con l’obiettivo di portare a casa l’anello. Micidiale tiratore da oltre l’arco, solido (e a volte poco ortodosso) difensore, giocatore di grande esperienza, perfettamente adattabile al gioco di coach Popovich.

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Omri Casspi: dopo qualche infortunio, Casspi è stato in grado di chiudere un’eccellente stagione in maglia Kings, tirando con il 48.9% dal campo (40.2% da tre punti). Probabilmente sarà difficile ripetere queste cifre, ma il tempo è ancora dalla sua parte (26 anni), è un buon rimbalzista ed è dotato di discreto atletismo. Ha ancora qualche pecca a livello difensivo, ma forse gli Spurs sarebbero perfetti per lavorare con lui in tal senso.

Corey Brewer: eccellente difensore, ma anche il peggior tiratore del gruppo. Versatile (può difendere anche sulle point guard avversarie), aggressivo e – soprattutto – per gran parte della sua carriera in panchina: ormai ha acquisito l’esperienza giusta per capire come sfruttare le sue potenzialità subentrando a partita in corso. Potrebbe essere un’ottima scelta, a patto che non si pretenda da lui un grande contributo offensivo, poiché non sempre potrebbe arrivare.

NBA: Houston Rockets at Minnesota Timberwolves

Al-Farouq Aminu: difensore sul perimetro come pochi nel suo ruolo, ha dimostrato quest’anno di poter difendere su chiunque sul parquet, ad eccezione dei centri. L’ottima post-season disputata ha solo confermato l’importanza del 24enne di Atlanta all’interno delle rotazioni di una franchigia. Il suo stipendio potrebbe rientrare nel salary cap degli Spurs, e la sua giovane età lascia intravedere anche possibili progetti per il futuro.

Last but not least, come direbbero oltreoceano, c’è da considerare la situazione di Cory Joseph e Danny Green. Il primo, 23enne, migliora ogni anno e sembra aver acquisito familiarità con il sistema Spurs. Ha giocato una stagione di ottimo livello, e il principale problema che il front-office incontrerà per trattenerlo sarà quello di battere la concorrenza di altre squadre, che magari potrebbero offrirgli migliori opportunità, dal punto di vista economico e del minutaggio. Nel caso in cui si dovesse trovare un sostituto a Joseph, tra le possibili alternative ci sarebbero il giovane Shane Larkin o i più esperti Aaron Brooks, Mo Williams e lo spagnolo Sergio Rodriguez.

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Danny Green, invece, è il classico esempio di three-and-D (gran tiratore da oltre l’arco e specialista difensivo) che ora tanto piace alla NBA. Gli Spurs dovrebbero provare a trattenerlo, essendo il giocatore ideale per il loro sistema (volendo, potrebbe essere il giocatore ideale per ogni sistema). Nel caso in cui non si dovesse chiudere un nuovo accordo tra il giocatore e la dirigenza nero-argento, il sostituto più indicato sarebbe Alan Anderson, in possesso di caratteristiche molti simili (discreta minaccia da tre punti, e la sua arma migliore è la difesa) che potrebbero adattarsi facilmente al gioco degli Spurs.

Non è ancora iniziato ufficialmente il valzer estivo dei free-agent, ma i rumors sono già tanti.

L’estate sta per iniziare davvero.