Musica, moda e intrattenimento sono tre mondi di cui l’NBA è fortemente permeata e, visti i grandi giri di affari e gli imponenti movimenti di dollari che la caratterizzano, si può affermare, in previsione futura, che questa contaminazione crescerà (o quantomeno si faranno tentativi per ampliarla) sempre più. Già oggi basta pensare a quanti giocatori della stessa Lega hanno deciso di intraprendere, investendo chi meno e chi in maniera più consistente, la loro avventura nel campo della moda, creando linee griffate e diventando testimonial di noti marchi internazionali.

Allo stesso tempo, è evidente anche come molti atleti, approfittando del fatto di giocare nella Lega di pallacanestro più famosa al mondo e di godere perciò di un’ampia (se non smisurata) visibilità, crescendo ed affermandosi grazie alle prestazioni del campo, si siano ritagliati un proprio spazio ben definito e riconosciuto all’intero delle varie franchigie e siano riusciti a farsi un nome.

Tutto ciò ha permesso dunque a moltissimi di ampliare il range e la qualità delle proprie amicizie e dei propri giri, entrando a contatto e stringendo rapporti più o meno stretti con altre star dello show business americano e non, tra cui tantissime personalità del mondo della musica, sempre più presenti a bordo campo e ai party organizzati dai giocatori.

Drake

A Toronto, questa trade union tra pallacanestro, moda e musica è rappresentata al meglio da un unico nome, importante però quanto basta per far spostare sempre i riflettori su di sé e far parlare ogni cosa faccia e in qualsiasi posto vada. Il nome in questione è quello di un artista che, al momento, è al numero 3 della classifica Billboard, è uno dei più pagati al mondo ed è uno fra quelli che si è legato, più fortemente e concretamente di altri, ad una franchigia: Aubrey Drake Graham, noto più semplicemente come Drake.

Dal 2013, infatti, quando è stata definita ufficialmente la partnership tra i Raptors e il cantante, egli è ambasciatore globale della franchigia canadese e ogni anno gli sforzi e le parole spese per promuovere e migliorare l’immagine del team sono andati aumentando e intensificandosi. Nell’ultima partita casalinga dei Raptors contro i Cleveland Cavs di LeBron James (che Drake definisce “un fratello, uno degli amici più intimi che abbia al mondo”), ad esempio, è stata festeggiata la “Drake Night”: per l’occasione, a tutti i tifosi sono state distribuite t-shirts e fascette nere e oro della sua nuova linea di abbigliamento OVO (“October’s Very Own“) e fuori dal campo da gioco è stata installata una sorta di cabina in cui tutti hanno potuto cimentarsi (venendo ripresi da una videocamera) nei passi di danza del suo nuovo singolo di successo “Hotline Bling”.

Non solo: il cantante è stato poi chiamato ad annunciare lo starting five della squadra di casa che, per l’occasione, ha giocato con la divisa nera e oro disegnata da lui in persona e presentata all’OVO Fest Concert di Toronto quest’estate.

Drake

Una collaborazione, quella tra Drake e Raptors, sempre più attiva e proficua, che mostra il sempre maggior coinvolgimento nelle vicende della franchigia del rapper canadese, il quale evidentemente non si limita ad un ruolo passivo, ma chiede, si informa, fa sentire la sua voce e la sua presenza ai giocatori.

Insomma si potrebbe definirlo senza sbagliare uno dei primi tifosi della squadra. Un tifoso che, però, come nel caso della frattura della mano sinistra di Valanciunas contro i Lakers, chiama il General Manager per sapere come sta il giocatore e in quanto tempo si riprenderà. Cosa, questa, un po’ meno da tifoso e più da padrone/presidente della squadra. Un ruolo che, visto il recente trend crescente dei Raptors, non possiamo assolutamente escludere in un futuro (non troppo) prossimo, anche se per il momento il team resta nelle solide mani del presidente e team manager Masai Ujiri.

Drake

Quest’ultimo, sul ruolo del cantante, sull’energia che lui ha portato e sul suo esser stato determinante nel cambiare lo status della franchigia, si esprime dicendo:

È incredibile, ha portato interesse, è un ragazzo dotato di charme, è molto premuroso e ha lavorato sodo con noi e per questo gli siamo grati. A Toronto e in Canada generalmente dobbiamo accettare e ringraziare chi ci rappresenta e Drake è uno di questi. Lui ha sposato la nostra causa e ci ama.

[…] Anche quando sono stato con lui in altre città, lui ha portato qualcosa, ma la cosa più bella è che lui ha sposato la nostra causa, quella del team, nel bene e nel male, anche quando abbiamo fatto fatica. Lui c’è sempre stato e […] ha sempre pensato a qualcosa che potesse aiutarci. È una persona speciale, non ci sono dubbi”.

Drake

Di fronte a queste parole, Drake glissa e si limita a dire: “È surreale (in riferimento alla Drake Night, ndr). È qualcosa che noi dobbiamo fare per questa città. Dobbiamo coinvolgere la folla e dar vita a momenti emozionanti. Anche se c’è il mio nome, l’evento è in realtà dedicato a tutta la città di Toronto”.

E poi ribadisce: “Io sono nato qua e non smetterò mai di tifare. Finché poi avremo qui ragazzi fantastici come Masai, sono sicuro che la partnership crescerà e si svilupperà. […] Penso che nel complesso il basket stia crescendo in Canada e (io e Masai) siamo molti eccitati a riguardo. Vedere i bambini crescere, poi essere selezionati al draft… penso solo che stia diventando tutto più grande. Spero che un giorno riescano a tornare poi qui”.

Parola del primo tifoso (per ora) dei Toronto Raptors.