CLEVELAND – L’argomento clou dell’estate NBA è certamente la richiesta di Kyrie Irving di essere scambiato. Il motivo? Pare al numero #2 dei Cavs sia passata la voglia di giocare assieme a Re LeBron James; Uncle Drew non vuole più vivere nell’ombra del #23, anzi preferirebbe diventare il leader assoluto di un’altra franchigia, magari ottenendo anche un contratto al massimo salariale.
La richiesta di Irving diviene il punto focale di questa storia. Vi starete chiedendo il perché ed è comprensibile. In qualche modo, questa uscita improvvisa dell’ex Duke, è come se avesse reso, per la prima volta, LeBron James più “vulnerabile” agli occhi dell’intera Lega. Spieghiamoci meglio. I termini e soprattutto la motivazione per cui Kyrie Irving ha chiesto la trade al suo proprietario, hanno messo in cattiva luce proprio LeBron James, che di fatto è stato “incolpato” di oscurare il talento di Uncle Drew. E allora se il miglior compagno di sempre di King James manifesta la volontà di interrompere i rapporti fino ad allora all’apparenza illibati (ricordiamo le parole d’elogio del #2 al #23 e la celebre frase di James a Irving “we’ll be back” subito dopo gara-5 delle ultime Finals) è chiaro che chiunque sia il “colpevole”, il giocattolo può ritenersi infranto.
E dalle prime reazioni degli addetti ai lavori del mondo NBA, per molti, la questione si può tranquillamente chiudere con un bel “è colpa di LeBron se Kyrie vuole andar via”. Il diretto interessato però non ha proferito parola a riguardo, non battendo ciglio. Ma pare, per la prima volta, che James stia diventando come un nemico nella Lega. E a dimostrazione di ciò, vediamo tre curiosi episodi degli ultimi giorni:
- circa 20 giorni fa sul profilo ufficiale YouTube di Kevin Durant, un tifoso l’aveva definito “oggettivamente inferiore a James” ed il #35 dei Warriors aveva risposto con un secco “Nah!“. Ovviamente non stiamo parlando di nulla di esagerato, assolutamente. Ma già che KD si sia “sprecato” per rispondere in quel modo è già un piccolo segnale;
- al matrimonio di Harrison Barnes invece c’è stata una piccola burla o mancanza di rispetto, dipende dai punti di vista: Steph Curry imita LeBron James in una delle sue recenti sedute d’allenamento prendendo palesemente in giro il Re; in tutto ciò c’è Kyrie al suo fianco a sbellicarsi dalle risate. Forse non proprio una mossa geniale, soprattutto considerando le tempistiche;
- chi se non “Sua Maestà” Michael Jordan in persona, poteva rincarare la dose in questo preciso momento di cambiamenti. Cinque giorni fa “His Airness” alla domanda: “LeBron è meglio di Kobe?” ha dichiarato che se 5 è maggiore di 3 allora Bryant è ancora migliore di James (si riferiva ai titoli vinti). Poi non soddisfatto, il giorno dopo, ha detto anche che Kawhi Leonard è l’attuale miglior “two-way player” della Lega, snobbando in qualche modo il #23 dei Cavs.
Due dichiarazioni che, a prescindere da quanto siate o meno d’accordo con MJ, suonano anche come messaggi indiretti che arrivano veloci nelle stanze del Re.
Una decina di giorni fa, dopo tanto tempo senza intervenire su quello che stava accadendo, LeBron James, tramite delle Instagram Stories (sono visibili per 24h poi scompaiono), invia chiari messaggi di risposta ai suoi detrattori, il tutto mentre si allena duramente in palestra (“off-season is my season” parole sue). Sul suo profilo appare prima la scritta “I will never lose” seguita da un “They wanna see me fall! I know I know”, poi c’è un messaggio chiaro a Michael Jordan “Ghost ghost wrath wrath when you see me” ed a chiudere la sequenza di storie con una frase che probabilmente racchiude tutti i suoi pensieri:
“This is price of being great! They hate you while you winning, but they love it when you break”.
Il tutto seguito dal solito hashtag “Strive for greatness”.
Non sappiamo come andrà a finire la storia di Kyrie Irving, né quale sarà la reazione di James se la trade andrà in porto. Dagli ultimi sviluppi, però, possiamo certamente affermare che “Il Prescelto”, per la prima volta, è stato come tradito dall’ex braccio destro Kyrie. E tutto ciò l’ha messo in una posizione scomoda all’interno della “sua” Lega.
In conclusione ci chiediamo: “Essere il più forte giocatore della Lega implica un prezzo da dover pagare? La risposta è probabilmente affermativa…
Niccolò Pascale