40 anni dopo Rick Barry e quella straordinaria squadra i Golden State Warriors torna ad alzare il Larry O’ Brien Trophy, e lo fa meritatamente. Una sfida in cui gli avversari hanno dato dall’inizio l’impressione di non avere le forze per vincere la partita è stata la festa dei ragazzi di Steve Kerr. E’ stata una serie bella, a ritmi alti e incerta fino alla quarta gara, fino a quando i Cavaliers ne hanno avuta. La grande calma che l’Head Coach aveva da giocatore e che ha adesso non ha messo nel panico la squadra dopo il 2-1 Cleveland, e questo ha portato al ritrovare la fiducia e arrivare alla vittoria e all’anello.
Ci ha provato il solito LeBron James da 32 punti, 18 rimbalzi e 9 assist, a dimostrazione del fatto che da solo nessuno può vincere un titolo. Senza Kyrie Irving, Kevin Love e Anderson Varejao LeBron ha dovuto forzare tanti tiri, nella maggior parte delle partite non è riuscito a dare fiducia ai compagni, per quanto ci abbia provato. Insomma, per il secondo anno consecutivo il 23 va in vacanza senza anello. Ma come sarebbe andata con un po’ di fortuna in più? Non possiamo saperlo ma sappiamo che LBJ tornerà più forte e con più motivazioni vista la consapevolezza di essere il miglior giocatore del mondo.
Dall’altra parte la brutta Gara-6 di Klay Thompson, come poi quasi tutta la serie, è stata surclassata dalla prova corale degli Warriors con Steph Curry che segna 25 punti e 8 assist e Draymond Green che diventa il terzo giocatore della storia della franchigia a realizzare una tripla doppia con 16 punti, 11 rimbalzi e 10 assist. E di nuovo la panchina con 25 punti è stata il fattore determinante nella partita, come di tutta la serie.
Ma chi merita davvero di essere commentato è l’MVP delle Finals di quest’anno: Andre Iguodala. 82 partite partendo dalla panchina, tutti i PlayOff da sesto uomo e solo 3 partite da titolare per un giocatore che è simbolo del fatto che il talento e la forza di volontà insieme alla voglia di vincere sono un mix incredibilmente efficace. 16 punti quasi 6 rimbalzi e 4 assist di media oltre a una difesa incredibile su LeBron James che lo ha messo in difficoltà costringendolo a forzare tanti tiri, a cercare scarichi difficili e a essere spesso stanco nei finali.
Potrebbe essere l’inizio di una dinastia, per gli Warriors, che hanno vinto e hanno dimostrato di avere una voglia di vincere fuori dal comune. La forza è nell’allenatore che al primo anno ha aggiustato i problemi che la squadra aveva con Mark Jackson, creando un gioco scoppiettante, veloce e bello da vedere. E quando uno spogliatoio è così unito si può davvero sperare bene.
Si chiude così una stagione NBA controversa, fra infortuni sorprese e conferme ma che come sempre ci ha regalato emozioni straordinarie. Adesso una lunga Off-Season sta per cominciare, e noi non vediamo l’ora di viverla per farci un’idea su quello che sarà il prossimo anno.