Una vecchia stazione. Il cigolio di una porta. Il flebile bubbolare di un gufo in sottofondo. Il capostazione. Un vecchietto dall’aria canuta, con occhi grandi. Lo scricchiolio del pavimento in legno evidenzia i passi di tre cowboys. La macchina da presa indugia sugli occhi del vecchio capostazione. Il tempo ha lasciato sul viso i segni del suo inesorabile decorso. I cowboys occupano la piccola stazione. Cappello in pelle marrone, barba nera, sguardo imperturbabile. La telecamera indugia sul viso del vecchio capostazione, la paura inarca i muscoli delle guance facendo trasparire un labile sorriso.
“Volete tre biglietti signori?
Le mani tremanti porgono tre biglietti all’uomo davanti a lui che, con un gesto deciso quanto irriverente, li strappa con forza per poi buttarli in aria. La stessa mano che poco prima gettava al vento i biglietti del treno ora è sulla collottola del capostazione. Un colpo per spedire il vecchio in un ripostiglio.
La vita di un giovane Derrick inizia proprio come il capolavoro di Sergio Leone. Englewood è uno dei quartieri più malfamati di Chicago ed episodi di questo tipo sono all’ordine del giorno. Le gang di delinquenti sono i reali padroni di un quartiere dove la Polizia non ha il coraggio di avvicinarsi. Una sorgente d’acqua potabile nel film di Leone, il controllo di una strada o di una partita di cocaina a Chicago rappresentano motivo di contenzioso.
Un macchina del fango che fagocita la gioventù di Chicago istruendola a malavita e criminalità organizzata. “Mamma” Rose ha quattro figli, tra cui Derrick, ed è la reale protagonista della nostra storia. Ogni giorno della loro esistenza fa di tutto affinché non possano cadere in facili tentazione e in frequentazioni sbagliate. Da sola contro un sistema difficile da sconfiggere, da sola iscrive i bambini alle migliori scuole della città. Lontani da amicizie sbagliate, da chi non vuole il loro bene. Non è semplice.
Rose sta già dimostrando di essere un fenomeno con la palla a spicchi ed è richiesto da tutti i licei di Chicago. Hanno tutti perso la testa per quel ragazzo che va al doppio della velocità di tutti i comuni mortali ed attacca il ferro come fosse un colosso di 210 cm.
Un malvivente entra in un saloon. Un uomo suona un armonica. Il malvivente, ancora con le catene ai polsi, lancia una pistola verso il musicista occasionale.
“Sai solo suonare o sai anche sparare?”
Continuerà a suonare. Anche Rose ha sempre cercato di inseguire il suo sogno per uscire dalla povertà e dalle cattive compagnie, ha lottato e sta ancora lottando, superando infortuni solo grazie al suo immenso coraggio.
Sarebbe stato un protagonista perfetto per un western di Sergio Leone. Mi immagino il provino. Leone gli avrebbe porto un cappello da cowboy ed un sigaro, ben ficcato tra le labbra. Poi l’avrebbe apostrofato come solo il grande regista sapeva fare:
“Daje Derrick, che co sto film li sventramo a tutti”
Previsto il tutto esaurito per l’uscita in esclusiva di: “Il ritorno. Parte seconda”. Regia, ovviamente, di Sergio Leone.
Gabriele Manieri